Il sognare a occhi aperti potrebbe a primo impatto sembrare una comune distrazione. Ma forse proprio nei momenti in cui abbiamo la testa tra le nuvole, la nostra mente non sarebbe poi così vagabonda. Anzi. Ora, infatti, il team di psicologi del Georgia Institute of Technology e della University of New Mexico ha pubblicato sulle pagine della rivista Neuro psychologia uno studio secondo cui esisterebbe una forte correlazione tra la tendenza di una persona a stare tra le nuvole e una miglior efficienza del loro cervello. In altre parole, i sognatori, che per definizione hanno scarsa concentrazione, sarebbero dotati di un’intelligenza e una creatività superiori alla media.
Per capirlo, il team di ricercatori ha sottoposto alla risonanza magnetica funzionale (FMri) il cervello di poco più di 100 volontari, chiedendo loro di concentrarsi su un punto fisso per cinque minuti per riuscire a registrare la loro attività cerebrale a riposo.
Ciò ha permesso ai ricercatori di registrare le intensità delle connessioni cerebrali dei partecipanti, note per essere coinvolte nei processi più complessi del pensiero, come il ragionamento e il ricordo. Successivamente i partecipanti sono stati invitati a compilare una serie di test per misurare il loro grado di creatività e intelligenza.
Dalle analisi, il team di ricercatori ha scoperto che coloro che hanno riportato una tendenza ad avere la testa tra le nuvole hanno anche dimostrato di poter ottenere punteggi migliori in alcuni test, come nel Remote Associates Test (Rat), ovvero un test utilizzato per determinare il potenziale di creatività di un individuo e nelle Matrici di Raven, un test che misura l’intelligenza non verbale. Inoltre, le stesse persone avevano che avevano un cervello più efficiente secondo quanto rilevato dalla risonanza magnetica funzionale.
Tuttavia, come precisa l’autrice dello studio Christine Godwin, la correlazione non è per forza una relazione di causa-effetto e non tutti i sognatori sono uguali. “Se sei intelligente e stai svolgendo un compito abbastanza facile allora potrai usare meno della capacità massima del tuo cervello”, spiega l’autrice. “Invece, se un compito è più impegnativo, probabilmente dovrai prestare più attenzione”. E questo vale per tutti, non importa quanto siate intelligenti.